Leonardo (Dino) Angelini

 Mi chiamo Leonardo Angelini, ma tutti mi chiamano Dino. Sono nato a Locorotondo (Bari) il 17 Luglio del 1944.  Mio padre era un azionista lombardiano che mi ha educato all’antimilitarismo e all’anticlericalismo.

Fin dai tempi del liceo – il Tito Livio di Martina Franca – fra la fine degli anni ’50 e l’inizio dei fatidici ’60, leggevo Cinema Nuovo e Problemi del Socialismo, la rivista di Lelio Basso. Divenni bassiano e luxemburghiano e, quando nacque lo Psiup proprio nei giorni (Nov. ’63) in cui salivo a Trento a studiare Sociologia, aderii a questo partito entrando nella Fgs-Psiup e, da subito (ero il primo studente di Sociologia iscritto al partito) all’interno degli organi dirigenti dello Psiup trentino: è stato questo il solo momento in cui ho ricoperto incarichi dirigenti in un partito. Il fatto di condividere quest’incarico con Mauro Rostagno, di cui divenni ben presto amico, mi ha permesso di dialogare fin dal 65\66 con una delle menti più creative del ’68 e con una persona umanamente eccezionale.

Insieme a lui a Trento ho conosciuto la “meglio gioventù” del gruppo che poi guiderà le tre occupazioni di Sociologia: la prima – del gennaio ‘66 – per il riconoscimento di sociologia all’interno dell’ordinamento universitario italiano; la seconda nel Novembre dello stesso anno per l’approvazione di un piano di studi che fosse orientato non sul diritto (come volevano i baroni guidati da Miglio), ma sull’impianto scientifico che in altri stati più avanzati del nostro avevano assunto da tempo le scienze sociali; la terza – e la più conosciuta – l’occupazione del ’68 all’interno della quale si forgiò o ri\forgiò la maggior parte di noi in base ad una lettura critica della realtà sociale. È lì che ebbero modo di svilupparsi in noi “trentini” quei germi del pensiero critico francofortese che già avevano attecchito in alcuni di noi, grazie a Mauro e altri compagni fra i quali mi piace ricordare Matteo Spagnolli.

In questo periodo mantenemmo i contatti con ciò che rimaneva dei Quaderni Rossi (Mauro Rostagno, torinese, veniva da quell’esperienza), e soprattutto con il gruppo milanese che faceva capo a Stefano Merli, con la sezione piacentina dello Psiup guidata allora da Nuccio Tirelli e con Pino Ferraris.

Nell’ultimo periodo a Trento ho avuto il privilegio di conoscere Peter Schneider, che allora faceva parte dell’SDS tedesca di Rudy Dutschke, e che passò quasi un anno con noi “trentini”, proprio verso la fine del ’68: epoca in cui, con la maggior parte degli iscritti alla FGS Psiup, uscii dal partito in profondo dissenso con le posizioni che la dirigenza nazionale aveva preso sui fatti cecoslovacchi. La nostra posizione, molto simile nelle argomentazioni a quella che aveva preso l’SDS tedesca, al contrario di ciò che avvenne nel caso dei tedeschi non fu mai espressa in alcun documento.

Mi  sono laureato con Giorgio Galli, allora docente di storia contemporanea a Trento, con una tesi intitolata “Il PCUS e l’internazionalismo proletario da Yalta al XX Congresso”. Contemporaneamente, tornato in Puglia per la tesi, fui fra i fondatori del Circolo Lenin di Puglia, ma dopo circa un anno e mezzo dalla sua fondazione uscii da quel gruppo in dissenso sulla questione di Stalin (nel senso che io ero su posizioni molto più marcatamente antistaliniste). Aderii ad Avanguardia Operaia (insieme – fra gli altri – agli allora giovani Bersani, Ronchi, etc.) e, giunto a Reggio Emilia fui fra i fondatori del CUB del Centro di Igiene Mentale. Centro di Igiene Mentale, diretto da Jervis, presso il quale cominciai a lavorare nel gennaio del 1972.

Quando nel ’74 (se non ricordo male) Avanguardia Operaia entrò nel Pdup non aderii poiché, da una parte a me che provenivo dallo Psiup questa strada appariva come un déjà vu, dall’altra ormai l’impegno all’interno del CIM e del movimento antipsichiatrico era diventato preminente, anche se all’epoca della battaglia per l’aborto ho fatto parte del  collettivo reggiano della sanità, all’interno del quale in 4 (e non 44) gatti raccogliemmo qui a Reggio Emilia oltre 2000 firme per l’aborto – quando il PCI era contrario a quella legge.

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Ho avuto la fortuna d’incrociare a Reggio, oltre a Giovanni Jervis, persone quali l’amica Tina Romano, Giovanni Polletta, Elena Schiller, Pier Francesco Galli, Massimo Ammaniti, Armando Bauleo, Marcella Balconi, Giampaolo Lai, Giulia Del Carlo Giannini, Raul Melandri, Diego Napolitani, Gustavo Pietropolli Charmet, etc. – Ma soprattutto Deliana Bertani con la quale fin dall’inizio della mia esperienza reggiana condivido praticamente tutto: dal dialogo ininterrotto con lei derivano, penso, molte cose, compresa la svolta che mi ha condotto dall’impegno diretto in politica a quello all’interno delle istituzioni dell’allora nascente welfare reggiano.

In tutti questi anni ho sempre lavorato, come psicologo e psicoterapeuta (ho frequentato il corso quadriennale della Scuola di psicoterapia della SGAI di Milano), nel campo dell’età evolutiva (per chi volesse dare un’occhiata al mio profilo più professionale: cfr. la mia pagina personale su Linkedin). Ho fatto parte, con Giorgio Antonucci, Sonia Masini, Giuseppe Garuti e altri, dell’equipe del CIM della montagna reggiana.

Successivamente sono stato capo equipe di quella del ‘CIM – Infanzia’ di dino.sanmaritnopicCorreggio, dove per 11 anni ho fatto anche formazione nei nidi e nelle scuole comunali per l’infanzia di tutto il comprensorio.

A Reggio ho guidato l’equipe di NPI di Canalina; Fra l’84 e l’86 sono stato membro della redazione di “Pollicino: bambini e società in Emilia e Romagna”; – Dall’apr.’87 all’apr.’90 sono stato responsabile del settore di N.P.I. dello SMIEE dell’USL N.9 di Reggio E., insieme alla Dott. Lorenzoni; – e dal 1993 al 2003 sono stato responsabile del Consultorio Giovani OPEN G di Reggio Emilia.

Nell’anno acc. 2003\04 sono stato docente di “Psicologia Clinica dello sviluppo 2” presso la Facoltà di Psicologia dell’Univ. di Trieste; e negli anni acc. che vanno dal 2003\04 al 2007\08 docente di “Tecniche di valutazione dello sviluppo“, sempre nella stessa facoltà triestina.

Sono stato fra i fondatori, con Deliana Bertani e Mariella Cantini del gruppo di volontariato giovanile Gancio Originale, presso il quale dal 1990 al 2016 ho svolto attività di supervisione agli psicologi tirocinanti e di formazione delle volontarie e dei volontari. Dal 2010 al 2016 sono stato anche Presidente dell’APS Amici di Gancio Originale.

L’esperienza fatta in questi decenni è racchiusa in una serie di testi dai quali spero risulti la natura del mio impegno:

Deistituzionalizzazione:  l’esperienza del  De Sanctis di Reggio Emilia (con altri), Nuova Italia Ed., 1977 –> che descrive il lungo percorso (1970 \77) che portò alla chiusura del reparto infantile del manicomio di Reggio Emilia ed all’inserimento dei bambini e dei ragazzi lì ricoverati in famiglia ed in scuola

–  Adulti e bambini: educare e comunicare (a cura di S. Mantovani e T. Musatti, con altri), Iuvenilia, 1983 –> gli atti del primo convegno del CNR sull’esperienza degli asili nido comunali.

– “Le fiabe e la varietà delle culture” CLEUP Ed., Padova, 1989 –> una ricerca sulla funzione terapeutica e preventiva delle fiabe.

–  “Setting riabilitativi con gli adolescenti handicappati”, (a cura di L. Angelini, D. Bertani), USL N.9 di Reggio Emilia, 1992 –> che riassume un lungo processo formativo sugli adolescenti disabili rivolto ad educatori della riabilitazione, operatori dei CFP e riabilita tori della provincia di Reggio E.

Il bambino che è in noi – percorsi di ricerca al nido e nella scuola per l’infanzia” (esaurito), con D. Bertani, UNICOPLI, Milano, 1992 –> che racchiude i più rilevanti momenti formativi rivolti alle oltre 100 educatrici dei nidi e delle scuole per l’infanzia del comprensorio di Correggio (RE). –> Dal Dicembre ’21, e con alcuni significativi cambiamenti riedito come: Il bambino che è in noi. Asili nido e scuole dell’infanzia: modelli relazionali, da Youcanprint. 

Volontariato: Gancio Originale – processi di informazione, formazione, trasformazione, Quaderni di Gancio Originale, N. 1, (L. Angelini, D. Bertani, M. Cantini, a cura di), Amministrazione Provinciale di Reggio Emilia, –> sui primi momenti formativi rivolti ai giovani volontari del gruppo di volontariato Gancio Originale, nato all’interno del Servizio di Psicologia Clinica dell’Ausl di Reggio E.

Affabulazione e formazione: docenti e discenti come produttori e fruitori di testi, Unicopli, Milano, 1998 –> che ripercorre un percorso formativo, rivolto a docenti “di ogni ordine e grado”, e centrato sugli aspetti affettivi connessi nel rapporto docente – discente.

Bambini e ragazzi a rischio fra famiglia, scuola e strada (con D. Bertani, et al.), UNICOPLI, Milano, 1999 –> un momento di riflessione sull’esperienza dei Workshop e delle Stanze di Dante, due momenti pomeridiani, gestiti dai giovani volontari di “Gancio Originale”, guidati da giovani psicologi tirocinanti e borsisti.

Gioco, scambio e alterità, a cura dell’Amm. Prov. di Reggio Emilia, 2001 (con D. Bertani e. al.), –> un percorso formativo che praticamente  è la continuazione di “Volontariato – Gancio Originale”.

Tirocinanti e tutor: il tirocinio come cerimonia di aggregazione del giovane nell’età adulta, del neoprofessionista nella professione, Coop Nordest, Reggio Emilia, 2002 (con Deliana Bertani, et al) –> il frutto di un insieme di seminari, rivolti a giovani psicologi tirocinanti e colleghi che svolgono funzioni di tutoring, centrati sul significato del tirocinio.

L’adolescenza nell’epoca della globalizzazione, Unicopli, 2005 (a cura di L. Angelini e D. Bertani) –> sui problemi dell’adolescenza e della post-adolescenza nella metropoli post-industriale.

Free Student box – Counselling psicologico per studenti, genitori e docenti, Psiconline, 2009 (a cura di L. Angelini e D. Bertani) –> sulla più recente esperienza fatta nelle scuole medie superiori di Reggio E. e provincia: Free Student Box che dirigo dall’anno scolastico 2003\04

Giovani uguali e diversi. Il lavoro degli psicologi con gli adolescenti disabili, Psiconline, 2010 (con Deliana Bertani)–> un testo che riassume tutti i più importanti momenti formativi in tema di disabilità.

I giovani come risorsa.  Giovani volontari, psicologi, docenti e social worker nell’esperienza di Gancio Originale,  Psiconline, 2011, (con D. Bertani, S. Cagossi e M. Cantini) –> che racchiude le principali riflessioni sui govani e la città di Reggio Emilia

Il sole, la campana, l’orologio. Modelli di Temporalità a locorotondo. Una ricerca sul campo fra etnologia e psicoanalisi, Psiconline, 2013  –> sulle testimonianze in tema di temporalità raccolte nel corso di una ricerca sul campo svolta a Locorotondo (Bari), il comune della Bassa Murgia barese in cui sono nato. Quando saremo a Reggio Emilia. Gli psicologi, il welfare e le trasformazioni della società reggiana dal dopoguerra ai giorni nostri,  Psiconline, 2014 (con la collaborazione di Deliana Bertani) –> Una storia raccontata dall’interno, da uno psicologo che ha cominciato ad operare all’inizio degli anni ’70 nel CIM di Jervis, che ha contribuito alla formazione delle successive coorti di operatori della santità, della scuola e dei nidi della provincia dialogando con migliaia di essi.

Raccontami una storia. Fiabe e racconti di Locorotondo. Funzioni e significati del narrare orale in situazione, Edizioni di Pagina, Bari, 2018 –> una ricerca, a metà strada fra etnologia e psicoanalisi, sulle fiabe e sulle altre forme del narrare orale a Locorotondo, e più in generale sulla funzione terapeutica e preventiva delle fiabe

La scuola di Narciso – Analisi, note, progetti, Amazon, 2020,  –> Dalla vecchia scuola di Edipo, classista, basata sulla selezione di censo, all’interno della quale sia i docenti che gli studenti cercavano di nascondere la loro vera identità dietro un paravento fatto di vuoti rituali, alla scuola odierna: quella di Narciso, centrata inizialmente su un rapporto più ravvicinato e informale con gli studenti, funzionale ad una nuova società meno piramidale di quella precedente. E, dopo il passaggio dalla prima alla seconda repubblica su un rapporto sempre più teso, con i programmi del legislatore neoliberista italiano ed europeo.

Puglia in fabula. Fiabe di Locorotondo dalla raccolta di Leonardo Angelini, Edizioni di Pagina, Bari, 2020 –> che mette a disposizione del pubblico una parte (18 fiabe) di un ricco repertorio della narrativa tradizionale della Valle d’Itria già più estesamente compreso, sempre presso Edizioni di Pagina, all’interno del testo “Raccontami una storia ,,” nel 2018.

–  Adolescenti e adulti a Reggio Emilia oggi, riflessioni sul lavoro di Gancio Originale nelle varie reti, e nella rete inter-istituzionale di reti in cui giovani volontari di Gancio Originale, psicologi e docenti, hanno operato dall’ormai lontano 1990 fino al 2016

I giovani come risorsa, il disagio in latenza e in preadolescenza (i workshop), l’accoglienza e lo scambio fra pari appartenenti a culture diverse (Le Stanze di Dante), il gioco come fondamento dei vari setting di Gancio Originale, la seconda individuazione, gli adolescenti e l’ecosistema adulto a RE

 – La psicologia clinica nei servizi pubblici. Cura, prevenzione, formazione, tirocinio. (con Deliana Bertani) –> la testimonianza di un lavoro, e di un insieme di riflessioni sul lavoro dello psicologo clinico in Italia a partire dall’esperienza fatta dai due autori a Reggio Emilia, nel Centro d’Igiene Mentale di Jervis, e successivamente nel servizio di Psicologia clinica dell’AUSL.

Sul web:

– sono amministratore di: 1. Reggio Fahrenheit; 2. lacosapsy; 3. il blog di Gancio, 4.Tutto è fiaba.

– scrivo sulla Rubrica di psychiatryonline intitolata “I Peter Pan della globalizzazione“; e su Academia.edu, dove normalmente pubblico vecchi post, per lo più precedenti alla nascita di Internet. E sono autore presso “Volere la luna”.

-dal Novembre 2018 ho pubblicato: 54 post dalla parte del torto, un ebook che raccoglie i 54 post pubblicati su 24Emilia fra l’autunno 2011 e l’estate 2015.

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Son tornato ad identificarmi in un partito iscrivendomi a Rifondazione Comunista in epoca Garavini, ma ne sono uscito e ho baciato il rospo (senza però entrare nel PDS) quando cadde il primo governo Prodi. Infine ho fatto parte dei girotondi reggiani (Chi ci sta ci sta, 44 Gatti) e, da ultimo, di Reggio Fahrenheit. In questo periodo sulla Rivista del Manifesto sono usciti due miei articoli,  Il caso Reggio Emilia. La parabola del welfare emiliano,   Precariato e adolescenza: i Peter Pan della globalizzazione (sia il primo che – con altro titolo – il secondo sono stati poi da me ripubblicati  su Academia.edu allorchè mi sono accorto che tutti i NN. della Rivista, che la vecchia redazione del Manifesto aveva messo anche on line, sono spariti (probabilmente perchè la nuova gestione del Manifesto non si cura più dei prodotti della vecchia redazione).

Sono rimasto per tutto questo tempo marxista e luxemburghiano: ritengo che mai come oggi valga da una parte il richiamo marxiano all’internazionalismo, dall’altra l’ammonimento luxemburghiano a non perdere mai di vista che l’alternativa è “socialismo o barbarie”. –

Dino Angelini, Reggio Emilia 20.Gen. 24

 

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Una risposta

  1. cesare ha detto:

    Interessante. Quasi un testamento politico. Solo una nota: Avanguardia Operaia non è mai “entrata” nel Pdup. Hanno fondato insieme (o meglio la maggioranza dell’una e la minoranza dell’altra, perché il bastiancontrarismo è un male inguaribile della sinistra.. ) Democrazia Proletaria.
    Un abbraccio.

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