Sul welfare reggiano: la via della selva

thumbnailimage.aspxdi Dino Angelini

Stamattina 25.1 in un post su Facebook ho cercato immodestamente di porre in evidenza qualcosa che la storiografia mainstream locale (sto parlando ad es. di Istoreco) ha finora ignorato: il fatto che ormai da decenni il sottoscritto va narrando le peripezie del welfare reggiano ed emiliano: e lo va facendo quasi sempre non a livello ‘accademico’, ma all’interno di processi formativi rivolti spesso ai protagonisti del welfare, o ai loro eredi.

Si tratta evidentemente di un viaggio intrapreso attraverso ‘la via della selva’, e non certo per l’autostrada della storiografia mainstream, che ormai – come tutto il resto qui a Reggio – va planando sempre più verso lidi democristiani e renziani.

Ad ogni buon conto mi pare opportuno ora proporre qui sotto una parte dei miei lavori, in modo che si possa comprendere di quali peccati capitali mi sono macchiato calcando la via della selva:

  1. Nidi e materne: modelli educativi, del 1986; ora in: ”Quando saremo a Reggio Emilia. Gli psicologi, il welfare e le trasformazioni della società reggiana dal dopoguerra ai giorni nostri, Psiconline, 2014, pp. 151\184
  2. Tappe di una storia recente: settore di N.P.I. e riabilitazione, in Riv. Sperim. di Freniatria, Vol.CXI, 1987, pp. 1564-1571
  3. Storia delle istituzioni psichiatriche, con Deliana Bertani, 1991, ora in: ”Quando saremo a Reggio Emilia, op. cit., pp. 135\149
  4. Una nuova identità professionale: lo psicologo nei servizi pubblici. Cenni storici, Relazione al Seminario per giovani psicologi a cura della Regione Emilia Romagna – Castel San Pietro (Bo), 4/2/1993, ora in: ”Quando saremo a Reggio Emilia, op. cit. pp. 91\130
  5. Appunti per una microstoria dei servizi psichiatrici per minori di Reggio Emilia dal 1968 ai giorni nostri, apparso, con Deliana Bertani, apparso in:” Manicomio ultimo atto – bilanci, rischi, prospettive della chiusura definitiva degli ospedali psichiatrici in Italia”, numero speciale di Fogli di Informazione, Centro di documentazione, Pistoia, giugno-agosto 1996, N.170
  6. Istituzioni del welfare e prassi amministrativa ieri ed oggi a Reggio Emilia. Appunti per una microstoria dei servizi pubblici reggiani, tra i vincitori dell’edizione 2001 del premio Michelangelo Notarianni. Apparso in forma ridotta sul N. 27 della Rivista del Manifesto col titolo “La parabola del welfare emiliano – Il caso Reggio Emilia”, ora anche in: Quando saremo a Reggio Emilia, op. cit., pp.23\57
  7. Stato centrale e welfare locale reggiano ieri ed oggi: previsioni, opportunità e realizzazioni, ora anche in: Quando saremo a Reggio Emilia, op. cit., pp. 59\69

A fianco a questi testi che presentano un taglio più propriamente storico, ve ne sono altri, che nascono sempre in base ad occasioni formative, che partono sempre da un’analisi della realtà sociale reggiana; ma che – pur basandosi sempre su preoccupazioni di tipo storicistico –  si muovono all’interno di un discorso di tipo psicologico e sociologico. Eccone qui un elenco:

  1. Essere genitore oggi a Reggio Emilia: un mestiere che sin dai primi mesi si coniuga con altre istanze di tipo educativo (con Deliana Bertani); Relazione tenuta agli operatori dei nidi del Comune di Parma, 1996
  2. Dall’etica padana del lavoro all’estetica consumista: l’adolescente reggiano di oggi a confronto con quello di ieri (e di avantieri), Relazione tenuta alle volontarie della Melagrana, 1998;
  3. Giovani precari sulla linea d’ombra: entrare nel mondo adulto oggi a Reggio Emilia; In: F. Vanni (a cura di): Fare e pensare nelle relazioni, MUP Ed. Parma, pp. 27\42 – in forma un po’ diversa apparso anche su “La rivista del Manifesto”, 2004
  4. La scuola di ieri e quella di oggi a confronto: dal rituale pedagogico alla teatralizzazione della scena scolastica, Relazione tenuta presso Reggio Children, all’interno del ciclo d’incontri con i presidi reggiani sul tema: “Nuova società, nuove famiglie, nuova scuola, nuove regole”, Reggio Emilia, 16 Aprile 2008;
  5. Raccontiamoci: la nostra vita in un’autobiografia, una riflessione sulle biografie e le autobiografie di una ventina di donne reggiane che hanno frequentato fra il 1996 e il 2001 il Centro Insieme e l’Università per l’età libera “Il Crostolo” di Reggio Emilia, 2014.

Proseguendo sul piano dell’immodestia (ma intanto dal 1986 son passati trent’anni!) ho l’impressione che la storiografia mainstream reggiana sia pervasa da una difesa gruppale incentrata sull’annullamento, e più precisamente sul rendere non accaduto qualcosa che evidentemente dà fastidio poiché potrebbe ri\mettere in luce elementi della realtà reggiana che non possono, anzi ‘non devono’ essere ri\analizzati. E che anzi si vuole nascondere.

Le ragioni di questo tentativo di annullamento sono tutte politiche. E a ben guardare il risultato in fondo è il fiorire di una storiografia locale ingessata e tutta incentrata sulla celebrazione di un passato prossimo evirato di ogni conflitto scomodo: ad esempio evirato delle testimonianze di quel vero e proprio scempio che è stato fatto del modello di welfare di cui fino all’inizio degli anni ’90 Reggio Emilia eccelleva in Italia e nel mondo.

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