Fridays for future, ed altre forme d’impegno a Reggio E.

RE, 13.10.19

L’impegno, il disimpegno e Fridays for future. Alcune domande:

1. si può pretendere che quelle e quelli di Fridays for future siano informati dai media della propensione all’impegno che ostinatamente persiste nelle generazioni che declinano?

2. Si può pensare che queste forme espressive dell’impegno non diano adito ad equivoci? Ad esempio che significa la lunga teoria di sigle quando le presenze reali ieri sera erano ridotte al lumicino?

3. Le bandiere di chi da decenni accetta di schierarsi con gl’imperialisti (Usa, Russia, Cina et similia), di chi firma per l’autorizzazione del traffico di armi, etc. possono allargare l’area del consenso reale delle lotte per l’indipendenza dei popoli?

4. che pensieri suscita in noi la contemporanea manifestazione di questa Reggio ‘gastronomica’, che ieri sera riempiva Piazza Prampolini e vie adiacenti,  coprendo con il suo fitto vociare le parole dei manifestanti, e sospingendoci infine in quel luogo ‘improbabile’?

5. può essere che a nessuno sia venuto in mente di distribuire ‘prima’ – chessò – un volantino nelle scuole?

6. possono essere immaginate una sinistra, un femminismo, dei centri di aggregazione giovanile che rinunciano alla propria autonomia per un piatto di lenticchie? che valore hanno le nostre parole se ormai da troppi anni viviamo in una situazione compromissoria?

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