Un’idea per la elaborazione del programma elettorale di “Alleanza popolare” in tema di migranti

indexUn’idea per elaborare il programma elettorale di “Alleanza popolare per la democrazia e l’uguaglianza” in tema di migranti

Dino Angelini

Soyez réalistes, demandez l’impossible!

La strage e le sofferenze dei migranti: a mio avviso la soluzione potrebbe essere quella – come dice la Bonino – di elaborare un piano per la istituzione di corridoi umanitari che partano dai porti o dagli aeroporti di ogni paese di provenienza con cui siamo in pace (vedremo dopo la questione degli esuli); e che – al contrario di quanto mi pare dica la Bonino – abbiano come terra d’arrivo non solo l’Italia, ma ogni paese d’Europa che accetti l’istituzione di questi corridoi umanitari.

Si dovrebbe lavorare, anche in termini giuridici, intorno ad una idea di scambio paritario fra paesi di partenza e paesi europei di arrivo in base al quale:

  1. ogni stato europeo che accoglie, sentiti i rappresentanti delle forze produttive, esprima anno per anno la propria disponibilità ad accogliere distintamente un numero approssimativo di migranti definitivi e stagionali, e predisponga – anche a livello normativo – le modalità di accoglienza;
  2. nei paesi di emigrazione chi intende lasciare la propria terra abbia la possibilità di rivolgersi alle ambasciate o ai consolati delle terre di arrivo, in cui una volta accettata la sua proposta di migrazione[1] si prepari per un congruo periodo sotto la guida di personale misto formato ad hoc (potrebbero essere le ONG a svolgere questa funzione) esprimendosi circa la propria volontà di migrare in via definitiva o stagionale, e mostri di possedere il denaro occorrente per migrare;
  3. predisposizione di piani di reciproco aiuto; di reciproca comprensione e di reciproco vantaggio, di medio e di lungo periodo, sul piano economico, culturale (in special modo nella scuola!), religioso, etc. fra luoghi di immigrazione e luoghi di emigrazione. Tali piani potrebbero basarsi su accordi di tipo locale, regionale, nazionale o internazionale supervisionati da organismi ‘terzi’ che non siano portatori di alcun interesse particolare. E potrebbero basarsi anche su progetti migratori definitivi o stagionali di giovani disoccupati ‘nostrani’ (che ovviamente vanno preparati alla migrazione esattamente come gli altri migranti) nelle terre di provenienza dei migranti economici. E dovrebbero altresì basarsi sull’allestimento di flotte e di rotte aeree e navali stabili, destinate ad implementare ulteriormente l’occupazione sia ‘qui’ che ‘lì’.
  4. Cercare di risolvere il problema degli esuli approntando luoghi di migrazione vicini alle terre di guerra, o semplicemente vicine ai luoghi con cui non siamo in pace, seguendo gli stessi criteri dei migranti economici, ma prevedendo, in più, ‘luoghi-polmone’ in cui affrontare gli immani problemi psicologi che l’esilio comporta. Simili luoghi-polmone vanno istituiti anche nei luoghi di qui e di lì per i migranti economici che, come dice Abdelmalek Sayad, devono sempre affrontare il trauma derivante dallo scollamento fra le illusioni di partenza dell’emigrato e le sofferenze , dopo l’arrivo, dell’immigrato!
  5. Escludere dall’Europa i paesi che si oppongano all’accoglienza, o – in subordine – tassarli in base al loro potenziale di accoglienza, definito sempre da una entità terza e indipendente. Perseguire duramente i profittatori (ad es. il caporalato). Confidare sul fatto che se si decide di seguire questa strada la tragica tratta attuale dei migranti si sgonfi (così come si sgonfiò celermente l’arrivo delle navi dei disperati dall’Albania non appena furono aperti i porti e gli aeroporti!).
  6. Prevedere frequenti momenti di verifica sia dei singoli progetti migratori sia dell’andamento dei vari progetti.
  7. Ovviamente il tutto va visto, più in generale, all’interno di una Europa dei popoli, e non delle banche.

8 Agosto 2017

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[1] accettazione che dovrebbe essere sottratta al capriccio o alla corruttela fissando regole precise: ad es. la presenza di parenti già migrati nel luogo in cui si desidera giungere.

 

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