Correggio. Un’amministrazione di centro-sinistra ..
di 6Donna
Correggio- Un’amministrazione di centro-sinistra di una cittadina della bassa reggiana, esempio di buon governo dal secondo dopoguerra, sindaco pd, a suo tempo dei Verdi, la formazione politica che ha espresso nelle passate legislature, l’assessore regionale dell’Emilia-Romagna, alle politiche sociali, GianLuca Borghi. Situazione politicamente corretta per condurre buone politiche di assistenza a chi è in difficoltà. Prendiamo toh, per caso “sociologicamente corretto”, una Donna in attesa di un figlio, in difficoltà Una gravidanza indesiderata, la richiesta di interromperla, secondo le procedure della 194, un’amministrazione amica che rassicura: a disposizione 150 euro al mese se l’interruzione non avviene, e il bambino nasce. Attenzione, non un’Amministrazione che dice: per ogni bambino nato, a disposizione un Fondo per l’Infanzia che prevede tali servizi, per tutti i Nati. No. E’ noto infatti che l’interruzione di gravidanza è imputabile a ragioni esclusive di povertà economica, tali da annullare tutte le altre motivazioni: rapporti con il padre del nascituro, le ragioni di salute fisica e psicologiche della madre, l’età della neomamma,i desideri reali e la scelta libera dei due genitori, soprattutto della Donna. Tutti elementi questi, che la legge 194 cerca di tutelare e rispettare. Ma superiamola questa vecchia legge, e ammoderniamola: riduciamo il tema della maternità al dato economico, quantifichiamo una cifra, miserabile, ma compatibile con le ragioni di bilancio, con gli attuali chiari di luna, e siamo a posto. Politicamente corretto, vero? E’ stata questo a lungo l’argomento, quello di monetizzare la cura dei figli,con cui la Democrazia Cristiana si opponeva alle politiche di bilancio per apertura dei Nidi e delle Scuole dell’infanzia a Reggio negli anni 70. Ragionamento: teniamo i bambini a casa e paghiamo un contributo alla Mamme, a casa pure loro. Le cose sono andate storicamente in modo diverso, le Donne hanno scelto diversamente e le Amministrazioni pure, per fortuna.. La tentazione di “pagare, monetizzare ” in quelle fondamentali situazioni che attengono all’Essere, all’esistenza, ai sentimenti, al desiderio, non pagano mai in realtà, non risolvono, anzi umiliano e da certi punti di vista indeboliscono ulteriormente chi riceve tali aiuti,sottolineano inoltre una differenza negativa di trattamento nelle politiche a sostegno delle Donne e dei bambini.. Evocano fantasmi di politiche di contrasto alla povertà superate, ottocentesche. Si realizza, in sede amministrativa non una buona politica di Stato sociale, per sostenere i diritti di TUTTI-TUTTE che opera sulle cause,per prevenire, ma una “politica di riduzione del danno” per usare un formula cara,alle Amministrazioni, a suo tempo, nella cura dei tossicodipendenti.. Più trionfalmente si difende una “scelta esemplare”,secondo il giudizio di due esponenti di rilievo del PD, di provenienza e area cattolica. Certo è proprio una linea d’intervento amministrativo che riduce forse i danni politici dell’alleanza di centro sinistra, con soddisfazione, forse, dei centristi cattolici, ma solleva interrogativi seri e molto amari sul piano umano, etico e psicologico, proprio pensando alle Donne, il soggetto, debole socialmente, che si vorrebbe sostenere. Un sola obiezione,provocatoria: ma la vita non è uno di quei valori non negoziabili? O la si può negoziare un tanto al chilo? Si pone una Donna,( perché in ultima istanza il corpo è suo), a decidere in una situazione di ulteriore “ricatto”: come,? rifiuto un figlio che potrei mantenere con il lauto aiuto che mi viene offerto? Sono dunque orribilmente perseguitata dal senso di colpa- Si fa leva sull’umana fragilità di una Donna, e non si ragiona a sufficienza sull’educazione ai sentimenti, sul senso della responsabilità maschile,mai chiamata in causa. Non si affronta a sufficienza, anche simbolicamente, una gravissima questione, non quella dell’interruzione di gravidanza, ma un’altra, troppo ignorata nel nostro paese: la questione della sessualità maschile, della responsabilità maschile, della formazione più seria alla paternità , della mancanza di dignità maschile così diffusa,spesso con tragiche conseguenze, nel rapporto di coppia.