Quel treno per Cosentino

di Andrea Palladino, da Il Manifesto di oggi 1.7.09, pag. 4
Il convoglio esploso, della mutlinazionale Exxon, era partito da Novara ed era diretto alla Aversana Petroli, l’azienda del padre del sottosegretario all’Economia, con sede principale a Casal di Principe. Proprietaria dei vagoni era invece la società austriaca Gatx. L’inchiesta dovrà ora provare a ricostruire la catena delle responsabilità.

II groviglio dei vagoni del treno deragliato ed esploso a Viareggio, l’ammasso dei corpi delle 14 vittime e dei 40 feriti, le fiamme che per ore hanno avvolto intere case hanno avuto l’effetto di un risveglio brusco, inatteso. C’è però un groviglio per ora nascosto, ancora più crudele e doloroso, e in buona parte annunciato. È quello delle responsabilità, della verità, dei nomi di chi ha deciso di abbassare i costì, di ottimizzare i profitti, di esternalizzare il cuore stesso della produzione di un paese. È il made in Italy che si è liquefatto a Viareggio la notte scorsa, tra le ruote di un treno partito dalla multinazionale Exxon e diretto alla Aversana Petroli della famiglia Cosentino, in provincia di Caserta.
Ricostruire la catena delle responsabilità non sarà facile. Immaginiamo, però, di essere alla guida del convoglio 50325, partito da San Martino Trecate, in provincia di Novara, e diretto allo scalo merci di Gricignano di Aversa, in provincia di Caserta, su quell’asse che congiun¬ge il nord che produce e la Campania che distribuisce, commercializza, rivende. Un carico di Gpl, uno dei gas più infiammabili e pericolosi, spiegano gli esperti. Era diretto nella zona indu¬striale compresa tra Gricignano e Teverola. Ad accoglierlo – secondo quanto siamo in grado di ricostruire – era l’azienda casertana Aversana Petroli, con sede principale a Gasai di Principe e deposito a pochi metri dallo scalo merci della stazione Fs. Un’azienda guidata da Luigi Cosentino, padre di Nicola Cosentino, deputato, coordinatore del Pdl della Campania e sottosegretario all’economia. Lo stesso politico accusato da quattro pentiti di avere forti legami con i Casalesi e per il quale l’allora segretario pd Walter Veltroni chiese le dimissioni immediate (anche se in aula un pezzo del partito votò contro la sfiducia chiesta a gran voce anche dall’Idv).
Da questa stazione dell’agro aversano parte un binario, che esce dall’area delle ferrovie del¬lo stato, per entrare nella zona industriale, dove a guardare i capannoni che nascono come funghi la crisi sembra non esistere. «Nessuno ha accesso a quella zona privata e da queste parti non si fa manutenzione, solo un controllo dei freni», spiegano alcuni ferrovieri – sotto la garanzia dell’anonimato – che lavorano nel trasporto merci. È una delle tante zone che inizia a sottrarsi allo storico controllo delle Fs, dopo la privatizzazione e la liberalizzazione selvaggia degli ultimi anni. Se negli anni ’90 esistevano un migliaio di scali merci dell’azienda pubblica, oggi le ferrovie controllano solo 199 punti. Sparisce il servizio di manutenzione, si riduce vertiginosamente il controllo globale sulla logistica, entrano società private, come la multina¬zionale Gatx, proprietaria dei vagoni deragliati a Viareggio. Non solo. È la stessa commissione europea – con alla guida della direzione trasporti Antonio Tajani, del Pdl – a spingere ulterior¬mente per la liberalizzazione del settore. I fondi Fas dell’Unione europea in Campania non sono andati per migliorare gli scali merci delle ferrovie dello stato, per evitare magari altri incidenti, ma alla nascente società privata del re dell’ingrosso di Noia Giovanni Punzo, di Luca Montezemolo e Raniero Della Valle. Soldi comunitari, 40 milioni di euro, che saranno destinati – secondo quanto annunciato da Punzo -per le officine del polo ferroviario privato in costruzione all’interno del Cis di Noia.
Ieri, con negli occhi ancora, i corpi bruciali, nessuno voleva parlare di responsabilità. L’am-ministratore delegato delle ferrovie Moretti precisa che le Fs non c’entrano nulla e che non c’è stato nessuno errore dei macchinisti. In sostan¬za loro hanno dato la rete, quello che accade con i treni privati che ci viaggiano non li riguarda. La multinazionale Gatx spiega che, anche se i vagoni deragliati a Viareggio sono loro, per una strana normativa internazionale i controlli spetterebbero a chi li usa. «Noi semplicemente affittiamo i treni», spiega il numero due della società Werner Mitteregger da Vienna. «Sono sempre mezzi relativamente nuovi, che vengono debitamente controllati prima di’essere consegnati al cliente che li prende in affitto», conclude, passando la palla a qualcun altro.
Scoprire chi sia il responsabile del trasporto del Gpl partito da Novara non è per nulla facile. Parlando con le società di logistica che hanno sede a Gricignano di Aversa si ottiene solo una lunga fila di non so. Solo alla fine esce fuori il nome del destinatario del carico, la Aversana Petroli dei Cosentino. Dal deposito di Gpl della compagnia confermano telefonicamente che i vagoni deragliati erano diretti a loro. Ma non vanno oltre, nessuno vuole commentare. Dalla sede di Gasai di Principe spiegano che solo Luigi Cosentino può spiegare le cose. In azienda, però, ieri pomeriggio non c’era. Peccato, avrebbe potuto raccontare chi ha organizzato il trasporto, chi è la società che la Gatx di Vienna sta indicando. È vano anche il tentativo di avere almeno un commento sulle norme europee ed internazionali che regolano il trasporto. Non parla il ministero dei Trasporti, nulla dall’ufficio stampa delle Ferrovie dello stato, silenzio dalle associazioni di categoria.

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