Movimenti reggiani di base e Park Vittoria

park-vittoria-2233.660x368di Dino Angelini

Re, 7.10.15

E’ inutile nascondercelo: la manifestazione di sabato 3 Ottobre contro Park Vittoria non ha visto una grande partecipazione. Per chi proviene dai grandi partiti o dal sindacato di una volta questo risultato risulta alquanto indigesto; mentre per chi – come il sottoscritto – nella propria vita ha operato prevalentemente nei movimenti di base la cosa risulta molto diversa.

Il movimento contro Park Vittoria, così come quello dell’acqua pubblica e praticamente tutti gli altri movimenti reggiani presenti oggi sulla scena sono movimenti di base, capaci normalmente di operare solo una con numero molto limitato di attivisti, che a loro volta mobilitano una minoranza più o meno ampia di ‘gente’.

In alcuni momenti – e non su tutte le questioni all’odg – i movimenti di base possono trasformarsi in movimenti di massa, sempre esposti – laddove non ci sia una direzione capace di mettere a frutto ciò che deriva dalle grandi mobilitazioni – ad essere scavalcati o, peggio, traditi da chi ha cavalcato l’onda, magari all’ultimo minuto, avendo alle spalle oggi una struttura più forte e soprattutto più ramificata nelle istituzioni.

Può accadere anche che per un lungo periodo di tempo un movimento di base risulti incapace di innescare movimenti più ampi. Ma anche in questo caso molto è possibile fare, ad esempio se si riesce a mettere in piedi una alleanza fra “esperti che hanno cognizione della cosa” ed “amministratori accorti”, come diceva Adorno, che viveva negli USA ai tempi del maccartismo.

È quello che è accaduto negli anni ’70 al movimento antipsichiatrico italiano,  e reggiano in particolare con l’alleanza fra gli operatori del CIM di Jervis e amministratori come Velia Vallini, Lidia Greci, Gabriele Vezzani, Giuseppe Gherpelli. Ed è ciò che con fatica sta avvenendo adesso ad esempio sull’acqua pubblica.

È per questo che a mio avviso è inutile ed addirittura dannoso20121126152913-ridotta millantare partecipazioni di massa quando queste non ci sono state. Accontentiamoci di vedere, come ormai accade da tempo anche su Park Vittoria, a fianco agli attivisti di base, politici (nella foto Maria Edera Spadoni -deputata del M5S- presente sabato scorso) ed amministratori, quali il Movimento 5 Stelle, la Rubertelli, i consiglieri della Lista Magenta, etc., capaci di portare la voce del movimento di base nelle istituzioni, scoprire altarini e perfino innescare i primi processi autocritici all’interno delle istituzioni (vedi le recenti ‘confessioni’ di Luca Vecchi).

Semmai sarebbe ora di darsi un coordinamento fra vari movimenti di base per cercare quei fili rossi che, in fondo, legano ogni singolo problema: ad esempio la lotta contro le politiche neoliberiste.

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