“Sorella acqua… Madre terra… popolo Mapuche”

Martedì 15 luglio, ore 21

Chiesa di Masone – Reggio Emilia

(via Asseverati 8 – Reggio Emilia)

 

“Sorella acqua… Madre terra… popolo Mapuche”

 

Incontro con

 

 

HUMBERTO FLORENCIO MANQUEL

 

portavoce del Parlamento Mapuche di Koz Koz

Panguipilli, Regione de Los Rios – CILE

 

Modera:

don Emanuele Benatti

 

 

Martedì 15 luglio alle 21 a Reggio Emilia, presso la chiesa di Masone, si terrà l’incontro con Humberto Florencio Manquel, attivista dei diritti umani e dei diritti della terra, rappresentante del glorioso popolo MAPUCHE (che letteralmente significa “gente della terra”), minoranza etnica di circa un milione di persone, sopravvissuta ad ogni tipo di violenza coloniale (spagnola), di oppressione politica/militare (sotto Pinochet) e di invasione industriale (sotto il governo Piñera, per gli accordi con le multinazionali, in primis Benetton per la terra ed Enel per l’acqua).

 

Attualmente Manquel si trova a Bruxelles su invito dell’UE per discutere del tema della terra, dell’acqua e dell’energia nella Patagonia cilena, a grave rischio di privatizzazione, con conseguente esproprio di immensi territori dove la natura, le foreste, i ghiacciai, l’acqua sono incontaminati, in un ecosistema naturale perfettamente rispettato e conservato. Il popolo mapuche è una delle poche minoranze che ancora restano e resistono, in tutta l’America del Sud. Molte altre sono già state spazzate via dalla colonizzazione e dalla industrializzazione. Questo non è un dramma solo mapuche o cileno, ma planetario. Il 15 luglio avremo quindi una chance unica per ascoltare e confrontarci con un testimone/martire di una lotta secolare ed attualissima, portata avanti da una minoranza a nome dell’intera umanità. E’ importante che l’appuntamento sia partecipato da tutti perché è una serata unica, dal punto di vista della sensibilità e responsabilità culturale/sociale/ecologica.

 

L’incontro è organizzato dall’Unità Pastorale “Madonna della Neve” in collaborazione con l’Associazione Ecomapuche, il Centro Missionario Diocesano, Punto Pace Pax Christi Reggio Emilia, la sezione reggiana della Federazione Nazionale Pro Natura e il Comitato Acqua Bene Comune di Reggio Emilia.

 


 

per chi ne vuole sapere di più…

 

Humberto Florencio Manquel Millaguir in Italia

portavoce del popolo indigeno Mapuche del Parlamento di Koz Koz e difensore del lago Neltume (sud del Cile) minacciato dall’ennesimo mega-progetto Enel.

 

Le comunità indigene Mapuche di Panguipulli stanno lottando da anni per evitare che il paesaggio del lago Neltume e Choshuenco e del fiume Fuy sia per sempre modificato da un mega-progetto idroelettrico di ENEL-Endesa. Progetto che mette a rischio un ecosistema nativo ancora intatto, e la sopravvivenza delle oltre 150 comunità Mapuche che da più di cinquecento anni popolano questi territori.

Se realizzato il progetto sommergerebbe terreni agricoli, artigianato e attività locali sostenibili, un complesso cerimoniale sacro Mapuche e modificherà per sempre la portata delle acque che bagnano la “selva valdiviana” con la sua straordinaria biodiversità, alterando migliaia di ettari di boschi patagonici dichiarati dall’Unesco “riserva biologica”. Inoltre, sarà costruito lungo una placca tettonica che, in caso di sisma, metterebbe a rischio anche le provincie limitrofi, con danni ben peggiori a quelli del Vajont.

 

Da generazioni, le donne e gli uomini Mapuche si oppongono alla svendita delle terre ancestrali ad aziende nazionali e multinazionali (come l’italiana Enel), alla catastrofe ecologica e alla distruzione dei luoghi sacri. A questa resistenza la “democrazia” cilena risponde con metodi sempre repressivi, ma più raffinati e subdoli di quelli della dittatura: non più solo l’aperta violenza delle forze di polizia e dei gruppi paramilitari, l’applicazione discriminatoria della legge antiterrorismo, l’espropriazione delle terre, la militarizzazione del territorio (come nella zona roja dell’Araucanía), bensì l’incentivazione dell’industralizzazione, le grandi opere devastanti come le dighe nei fiumi Bío Bío e Pilmaiken, e soprattutto l’isolamento, l’informazione distorta, una vera campagna di criminalizzazione mediatica, una vera e propria caccia alle streghe se consideriamo la persecuzione di diverse machi, autorità spirituali Mapuche. Evidente il collegamento alla situazione italiana, prima fra tutte la Val Susa (la stessa resistenza Mapuche manifesta da tempo solidarietà al movimento NoTav, ne è un esempio la poesia di Rayen Kvyeh dedicata a Luca Abbà dopo la caduta da un traliccio durante una manifestazione): non possiamo che essere solidali verso tutte le lotte contro la devastazione, consapevoli, inoltre, della stretta collusione tra Stato, criminalità organizzata, multinazionali e cooperative.

 

Avendo l’occasione di dare voce al popolo indigeno Mapuche, conosceremo la loro storia, la loro cosmovisione, la loro secolare (r)esistenza come naturali difensori del Creato in quanto “figli” (che) della “terra” (mapu): in questa crisi europea (economica, politica, di valori..) un incontro di culture, una alleanza oltreoceano per riflettere su problematiche comuni come la difesa del proprio territorio, dell’acqua come bene comune e della salute delle generazioni presenti e future.

Avremo quindi una chance unica per ascoltare e confrontarci con un testimone di una lotta secolare ed attualissima, portata avanti da un popolo indigeno a nome dell’intera umanità. Saranno serate uniche, dal punto di vista della sensibilità e responsabilità culturale/sociale/ecologica.

 

Il viaggio del rappresentante Mapuche è stato possibile grazie a Re:common http://www.recommon.org/ e a Ecomapuche http://www.ecomapuche.com/

Nella sola Región de los Ríos (Regione dei Fiumi) nel sud del Cile è prevista la realizzazione di circa venti mega-progetti di centrali idroelettriche, nel lago Neltume sono previsti almeno 6 impianti firmati da Enel-Endesa e dalla multianzionale norvegese SN Power.

ENEL è la più grande società elettrica italiana e la seconda in Europa per potenza installata. Nel 1999 è stata privatizzata ed oggi è quotata in borsa contando 1,2 milioni di azionisti. In parte resta una società pubblica in quanto il 31% è proprietà del Ministero dell’Economia e delle finanze, quindi dei cittadini italiani. L’azienda, in Cile come altrove, è accusata dalla popolazione locale di condizionare il consenso della comunità, offrendo lavoro e aiuti economici (come il finanziamento di alcuni funerali) ancora PRIMA che vengano approvati i progetti. E’ accusata anche di aver usato firme di persone morte per l’approvazione di progetti o di intimorire anziani che firmano sotto ricatto.

 

“ENEL è pertanto responsabile di promuovere in Italia ed esportare all’estero un modello energetico insostenibile e obsoleto, aggravato da un atteggiamento autoritario e irrispettoso dei territori locali. E’ nei grandi cantieri infatti che si annidano la corruzione, la speculazione, il conflitto di interesse e si realizzano i profitti maggiori, a scapito dell’ambiente e dei diritti delle comunità. Un modello di produzione finalizzato non a migliorare la qualità della vita dei cittadini e garantirne l’approvigionamento energetico, ma ad alimentare l’industria estrattiva ed un’economia basata sul saccheggio e sullo sfruttamento illimitato delle risorse. Un modello che sta inevitabilmente generando conflitti ambientali e sociali con le comunità locali. (…)

Noi vogliamo un altro modello di produzione, distribuzione e gestione dell’energia e di definizione delle priorità. Un modello reticolare, decentralizzato ed efficiente basato su impianti di energia rinnovabile di piccola scala, che avvicini la produzione di energia al consumo, eliminando la necessità di grandi linee di trasmissione, che preveda l’effettiva partecipazione delle comunità locali nei processi decisionali di pianificazione e gestione e che non danneggi la salute delle persone  e l’ambiente.” Dall’appello della Rete Stop Enel, http://stopenel.org/

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