Sinistra radicale con chi stai?

di Dino Angelini

 

La prossima stagione politica si giocherà essenzialmente su due piani: quello del referendum contro la controriforma della Costituzione e quello sul salario di cittadinanza.

In entrambi i casi da una parte si prevede uno schieramento che comprende il M5S, la coalizione sociale, ed un insieme di forze che vanno dai movimenti giovanili presenti nelle scuole e fuori, a quello degli insegnanti, fino ai movimenti tradizionalmente più ‘moderati’, quali Libertà e Giustizia.

E a proposito di Libertà e Giustizia: è di ieri la dura dichiarazione di Zagrebelsky sulla controriforma costituzionale, che esclude ogni forma di dialogo col PD.

Nel frattempo per l’ennesima volta all’interno della sinistra radicale si torna a parlare di ‘processo costituente’ e – come se niente fudesse – si torna a spaccare il capello in quattro per decidere in quali circostanze forse sarebbe opportuno allearsi (in periferia, s’intende!) con il PD: se a partire da una posizione generalmente contraria, ma valutando di volta in volta se ci siano delle eccezioni che consentano una alleanza a livello locale, o in base a ragionamenti locali sganciati da una presa di posizione centrale, ed invece legati a presunti meriti delle giunte precedenti, che solo la presenza di una sinistra-sinistra avrebbe il potere di far trasmigrare nelle nuove giunte.

In un modo o nell’altro sempre contro il Movimento Cinque Stelle, cioè contro quella che oggi pare ormai diventare la forza più consistente di una alternativa possibile al PD ed alla destra. E soprattutto:

a- contro coloro insieme ai quali, praticamente negli stessi giorni, si dovrebbe portare avanti la decisiva partita del referendum contro la riforma Boschi – (Gell)i – Verdini!;

e b- contro coloro che stanno per portare in parlamento una proposta di legge sul salario di cittadinanza, lungamente elaborata, seria, dotata delle necessarie coperture finanziarie, in grado di ridare futuro ai precari giovani e meno giovani, e una prospettiva di crescita alla società.

Basta! Compagni della sinistra radicale, è ora di rompere con questo modo di fare da combriccola che – come è accaduto qui in Emilia e Romagna esattamente un anno fa – fra un incontro informale e l’altro, lascia passare il tempo per mettere poi tutti di fronte a delle scelte già prese in separata sede (e non sto parlando solo di Sel).

È ora di cambiar pagina! di mandare al macero i rappresentanti del nostro ceto dirigente, che per uno strapuntino nelle amministrazioni o per un posto negli enti di secondo livello manderebbero la propria madre anche al confino di polizia!

È ora di reclamare la nostra autonomia di pensiero e di azione!

E, a partire dall’analisi attuale della situazione attuale, andare nei movimenti e riconsiderare attentamente quali possono essere i nostri attuali alleati, lottando coerentemente e chiaramente con essi, senza per ciò confonderci con essi.

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